Nella mia prossima vita, quando di nuovo arriverò per la prima volta a Busto Arsizio, vorrò di nuovo andare a cena alla Trattoria del Municipio. E magari vorrò andarci con Fabio Preda, che per l’Archivio Fotografico Italiano ha organizzato il mio workshop di domani.
La Trattoria: un locale raccolto e gestito con splendida semplicità, dove già il menù t’incuriosisce. Piatti senza inutili ricercatezze ma con una logica precisa, che per me, nato e cresciuto in un ristorante/albergo gestito dalla mia famiglia, dice già moltissimo. E fa la differenza tra chi si limita a fare il proprio lavoro e chi lo vive fino in fondo. Fondamentale differenza. A parte questo, ciò che conta di più: una cucina leggera dai sapori antichi, che davvero sorprende.
E sorprende ancora di più che il mondo sia così piccolo: mentre facevo al gestore gli strameritati complimenti e lui s’informava su chi fossi, venivo a sapere che un certo fotografo le cui immagini sono esposte alla mostra ospitata a Palazzo Marliani Cicogna, dove domattina inizierà la mia sessione, è andato a mangiare proprio lì. E chi è il fotografo? Stefano Ciol, che meno di un anno fa venne dal suo Friuli fino a Bologna per seguire uno dei miei CCC.
Sono cose che ti fanno sorridere e sentire a casa, soprattutto perché Fabio Preda, responsabile dei corsi e dei workshop che costellano questa lunga maratona fotografica iniziata il 13 ottobre e che si concluderà solo il 25 novembre, difficilmente potrebbe essere più ospitale e cordiale di com’è. Ci si sente per telefono, si discutono i dettagli, si parla di logistica: e poi ci s’incontra, si va a tavola, s’inizia a parlare di fotografia, di macchine, di software, si scherza e si ride.
Per quanto mi riguarda, penso di avere trovato diverse dimensioni che sospettavo di avere, ma che faticavo a toccare, nel corso degli ultimi diciotto mesi – da quando è iniziata questa strana avventura chiamata CCC, che poi ha preso altre direzioni inaspettate, come stavolta.
Sono arrivato a Busto Arsizio grazie a Teacher-in-a-Box, che è partner di questo Festival Fotografico Italiano giunto ormai alla terza edizione. Come un bambino di tre anni, non cammina: ormai corre – e il pubblico se ne accorge, come si accorge di ogni cosa fatta bene, con garbo e con intelligenza. Non capita tutti i giorni di attraversare le sale di un nobile palazzo della periferia italiana e di trovare, in una mostra perfettamente allestita, le opere di Inge Feltrinelli, Stefano Ciol, suo padre Elio Ciol, Franco Pagetti (che questa sera teneva una conferenza in una sala zeppa di gente), e, soprattutto, le oniriche elaborazioni di Franco Donaggio che tra l’altro ho visto stampate con una qualità al limite del credibile, che finora avevo toccato solo nelle mostre di Olivo Barbieri. Per finire con Louis Bourjac e la sua commovente mostra “Pigalle”, e altre opere che non ho neppure avuto il tempo di gustare.
Tutto questo fatto da chi? Foto-amatori. Il trattino non è casuale: persone che amano la fotografia, che la praticano, ciascuno coi suoi mezzi, che s’innamorano di questa o quella corrente, di questo o quello stile, lo superano, elaborano il proprio, vengono agli incontri, ai workshop. E danno carta bianca quando proponi qualcosa, o un argomento che magari non è popolare come la conquista del quattordicesimo stop nel sensore del tal modello della tal altra marca. Amen, quattordicesimo stop.
Io credo che questa città meriti un buon workshop, e quindi ora vado a rivedere i miei appunti: ho cambiato l’ordine degli argomenti, ne ho inseriti di nuovi, tagliato un paio di rami secchi, cambiato quasi tutte le immagini degli esempi (i tre gatti sono sempre lì, immortali – tranquilli!), e domani vedrò quante di queste idee sono buone e quante vanno riviste.
Ma prometto che nella mia prossima vita farò anche meglio, perché è garantito che anche in quella tornerò a Busto Arsizio.
Buonanotte a tutti,
MO
Grande Marco!!!!!
continua così….
buon corso!!!!
E dai Marco, aggiungi un quarto gatto! Almeno per il secondo livello. 🙂
grazie per l’ottimo corso! oggi sono nella massima confusione: non sono riuscita a fare lo scontorno con sfondo nero. Lo trovo nel tutorial?
Grazie a te, Luisa! Lo scontorno a cui ti riferisci è quello che abbiamo fatto sulla statua. C’è una lezione sulla creazione di una maschera di livello con Applica immagine nei tutorial di Teacher-in-a-Box per AFI, ma non credo che ci sia lo stesso esempio. In ogni caso il meccanismo è sempre lo stesso: individuare il canale che meglio separa l’oggetto da scontornare da ciò che lo circonda. Nel nostro caso era il canale b di Lab, che si riferisce all’asse blu-giallo: il canale è chiaro sulla statua (neutra o giallina), molto più scuro nel cielo (blu).
Quindi:
1) Duplica immagine;
2) Converti (il duplicato) in Lab;
3) Seleziona il canale b;
4) Riempi il canale di grigio 50%, metodo di fusione Scurisci;
5) Tono automatico (oppure Livelli automatici, a seconda della versione di Photoshop che usi): la statua diventa praticamente bianca, il cielo molto scuro;
6) Torna all’immagine originale e crea una maschera di livello;
7) Applica immagine alla maschera, con il canale b dal duplicato come sorgente;
8) Curva e ritocca la maschera come opportuno: la statua diventa totalmente bianca, il cielo totalmente nero.
Ed ecco lo scontorno fatto. Per il fondo nero, naturalmente, devi creare un livello nuovo, portarlo sotto e riempirlo di nero – o di qualsiasi cosa tu voglia, a questo punto! 🙂
Buon proseguimento e buona caccia al canale giusto…
MO
Marco, grazie mille del corso, è stato proprio una rivelazione, interessante e molto piacevole. Erano anni che non frequentavo un corso che superassi così tanto le mie aspettative, si vede proprio che ci credi e ti piace. Da sabato puoi contare con un’altra seguace del tuo CCC
Spero di rincontrarti presto!
Grazie mille Alicia, a presto! 🙂