Milano sa essere sorprendente come ogni grande città. Può passare dal grigiore più deprimente alla parata cortese dei colori caldi dei palazzi d’inizio secolo, ancora miracolosamente ben conservati e attraenti. Piccole corti che proteggono dal traffico (e mentre fumavo nella pausa del corso, oggi, mi chiedevo quante persone e quante storie si potessero essere incrociate in quel perimetro silenzioso che in quell’istante ospitava me), angoli silenziosi come quelli di un palcoscenico vuoto.
La sede di SATEF, una società che da trent’anni si dedica solo alla formazione di alto livello, risiede in uno dei palazzi che si allineano sulla nobile Via Monti, a metà tra la Fiera Campionaria e Parco Sempione. Una storia nata qualche mese fa, questa, durante il CCC tenutosi a Parma. Daniele Pennati, che conoscevo solo di nome, mi parlò della sua intenzione di portare il mio corso a Milano; e quel sabato mattina guidò appunto fino a Parma assieme al padre, che di SATEF è il presidente, per vedermi. Fu bello e imbarazzante: non mi era chiaro perché qualcuno volesse percorrere tanti chilometri per sentirmi parlare di colore; restarono pochi minuti in aula e dovettero ripartire. Ma tanto bastò, credo, per fargli capire l’impostazione del tutto. Che, evidentemente, gli piacque. E oggi (e domani) sono qui.
Un episodio solo, su tutti. Oggi stavo spiegando la classica e semplice manovra che con un miscelatore canale e una maschera facilissima da costruire permette di indurre variazioni e forza nel verde della vegetazione. Perché tutti noi vogliamo una vegetazione più vivace, no? Uno degli allievi, per la prima volta nella mia carriera, mi ferma e mi chiede se la stessa manovra invertita può servire per lo scopo opposto, ovvero togliere forza alla vegetazione. Perché lui, aggiunge, ha quel bisogno molto spesso. Ci penso un attimo, sto per rispondere di sì, ma so che è una domanda rischiosa. Non fatta ad arte, ovviamente, ma rischiosa perché la risposta più ovvia potrebbe essere falsa. Credo di sì, dico, ma non lo so. E quindi proviamo.
La risposta era giusta: non solo funziona, ma funziona molto bene. E mentre lo verifico penso – bravo Thomas, ma perché non ci ho pensato io? E la mia è ammirazione, ovviamente, non invidia.
Così mi rendo conto ancora una volta che imparo dalle domande degli allievi più di quanto io riesca a spiegare a loro, a volte; perché quella domanda mi ha fatto venire in mente almeno altre tre manovre che proverò a tempo debito ma che hanno una probabilità elevata di funzionare.
Un grazie speciale va a Giuliana Abbiati, che è stata presente tutto il giorno nonostante tutti i suoi impegni, al puro scopo di esserci. E, senza togliere nulla a nessuno, a Fabrizio Bottaro e Davide Contestabile, assidui frequentatori del gruppo CCC su facebook mai incontrati in carne e ossa prima, con i quali ho condiviso una cena di storie e ricordi; all’ormai stabilmente presente Doris Franceschini che è diventata (suo malgrado, forse) di fatto il settimo elemento di quello che la moglie di Dan Margulis, con inimitabile stile, ha battezzato The Club. E ad Adriano e Daniele Pennati, per essere stati i più perfetti padroni di casa a cui potessi aspirare. C’era un sacco di gente, oggi, a Milano.
io c’ero!!!!!
E il “terzo tempo”, ovvero la cena con te, Doris e Fabrizio, è stata davvero un bellissimo momento di ulteriore condivisione e arricchimento non solo tecnico, ma soprattutto umano. GRAZIE!!!
Sei un grande!! La descrizione che Dan Margulis ha dato di te è la pura realtà. È raro, al giorno d’oggi, incontrare una persona così capace e preparata che nel contempo non ha il minimo problema a spiegarti tutto quello che sa di quello specifico argomento.
P.S. Sono le 6.30, sono nella camera d’albergo, vicina alla sede del corso, e non vedo l’ora che inizi la seconda giornata di corso…e peccato che non ce ne sia una terza e anche una quarta giornata……
è stato proprio bello! Grazie mille per tutto 🙂
La grandezza di Marco Olivotto è che quello che dice e che scrive rispecchia esattamente la splendida persona che è. Un grandissimo ringraziamento a lui, a Davide (senza di te mi sarei perso mille volte a Milano) a Doris, alla gentilissima Giuliana ed, in generale a tutti gli altri partecipanti, le cui domande ed opinioni mi hanno incredibilmente arricchito. Grazie di cuore.
Grazie mille, Fabrizio – ma non esagerare: non vorrei che finissero per crederti… 🙂
è tutto vero….fare il corso è un’esperienza indimenticabile…e spero di poter partecipare a quello di secondo livello!!