TOTR, ovvero Teachers-on-the-Road: l’invenzione del 2012 di Teacher-in-a-Box, di cui mi pregio di essere collaboratore. L’idea è semplice: ci hanno fatto parlare sempre da una cabina, a un pubblico immaginario – che poi, peraltro, si mette in contatto con noi via mail, via facebook, o si incontra alle fiere; ora, fuori dal box, sulla strada. Un tour di seminari di un giorno in diversi luoghi d’Italia, per portare i “nostri” argomenti a un pubblico vero, in grado di interagire con noi in tempo reale. Il tour è partito lo scorso anno con l’ottima serie di corsi sull’editoria elettronica tenuti da Andrea Spinazzola. Ho partecipato alla data di Milano ed è stata una delle esperienze più interessanti di tutto l’anno. Dopo Andrea, tocca a me – e visto il livello dei suoi interventi confesso di sentire una certa responsabilità, se devo mantenere la quota da lui raggiunta.
Tappa di Verona, la prima: una specie di riscaldamento in visita delle prossime – il tutto organizzato a velocità supersonica dal team di Teacher-in-a-Box con la consueta cura per i dettagli. L’esperienza è davvero interessante: alcuni dei partecipanti già conoscevano i miei videocorsi e sono venuti per approfondire cose che avevano già ascoltato; altri erano quasi del tutto nuovi. Un’allieva anche da parte dell’amico Marco Diodato, e fa sempre piacere ritrovare qualcuno che ha lavorato e studiato con chi si conosce bene. La mia impressione è che a volte basti molto poco per far andare a posto alcuni elementi magari un po’ meno chiari nella testa di chi ha seguito un videocorso, ma che sia molto più facile farlo interagendo di persona. Il problema, semmai, è trovare un linguaggio in grado di parlare contemporaneamente a chi è già un po’ esperto e a chi comincia da zero.
L’atmosfera è la solita, familiare e rilassata, come se si stesse facendo una specie CCC di un giorno solo: quattro ore al mattino, la pausa pranzo (in cui la parola “profilo colore” gira molto più della parola “bistecca” o “caffè”), quattro ore al pomeriggio con una sessione aperta alla fine. Il mio schema è quello di lavorare su esempi tratti dai videocorsi e anche su alcune cose nuove, magari nuove immagini che nel tempo si sono dimostrate migliori di quelle scelte a suo tempo per gli esempi. E, se sento che l’attenzione regge, tentare un paio di manovre più complesse, come una fusione incrociata tra RGB e CMYK.
In ordine sparso, e per l’amarcord di chi ha visto gli ultimi corsi, oggi pensavo che:
- L’immagine della donna sulla panchina è un classico che non abbandonerò. È un esempio perfetto di come per individuare il punto di luce corretto si debba un po’ ragionare sul contesto. Quando la propongo, invariabilmente viene scelto un punto sbagliato, o perlomeno non perfettamente adatto. Quando spiego perché non concordo con la scelta tutti capiscono al volo la filosofia nascosta che utilizzo e le scelte successive risultano molto più facili. È una rara fotografia in cui la stessa persona, a causa dell’abbronzatura, possiede due toni distinti dell’incarnato che sono interessanti da analizzare.
- L’immagine del leone albino sotto l’albero (per gentile concessione di Doris Franceschini) è un altro classico consolidato. Mette insieme problematiche percettive abbastanza serie con una correzione che, seppur banale come tecnica, non è intuitiva proprio a causa della difficoltà di accettare che il leone non può essere verde a causa della presenza delle foglie. È anche un raro esempio di immagine dominata da due soli colori, cosa che rende abbastanza difficile la differenziazione della vegetazione.
- L’immagine della donna bionda è un ottimo esempio di fusione incrociata tra RGB e CMYK, e una rampa di lancio notevole per l’utilizzo di Applica immagine in un contesto avanzato.
- Le persone sono estremamente attratte dalle fusioni strane che si possono realizzare senza considerare il colore e poi utilizzando il livello ottenuto in metodo di fusione Luminosità.
- Visto il numero di domande che arrivano dietro le quinte, un corso itinerante dedicato esclusivamente allo sharpening potrebbe riscuotere un certo interesse.
- Sarebbe ora che si facesse chiarezza totale, per tutti, nessuno escluso, sui principi di base della gestione del colore, che ormai introduco in qualsiasi seminario e corso: se non li introduco, il blocco è garantito (ci sono più Photoshop con le impostazioni colore sbagliate di quanti se ne possano immaginare), e comunque l’argomento viene sempre richiesto.
Ringrazio Ana Paula Tamburini e Alice Martini per la loro presenza e per il consueto affetto che dimostrano nei miei confronti; e, soprattutto, la prima per aver procurato tramite Canon quello che credo sia il miglior proiettore con cui abbia lavorato finora.
Ospite d’onore: una signora abbastanza anziana, riconoscibile come “la madre del docente”, che per la prima volta è riuscita finalmente a capire a grandi linee di cosa io vada a parlare quando entro in qualche classe. Ascoltare otto ore di teoria del colore e tecniche di correzione a 70 anni passati, se me lo concedete, è eroico. La cena pagata, in cambio della “bella giornata”, a me e ad Alice, invece, non ha prezzo. 😉
Frase storica del giorno: “ma la tua voce è uguale!” (un partecipante che già conosceva i videocorsi).
Sorpresa finale: la telefonata di Peppe Ferreri, organizzatore del CCC di Gela appena finito, che mi chiama a ora di cena per chiedermi: “e allora… com’è andato il workshop di Verona?”. Cose semplici che sollevano il morale, peraltro già sufficientemente alto.
Infine, e lo cito qui perché vorrei che rimanesse nel tempo, mentre il corso si avviava a conclusione ho ricevuto la triste notizia della morte di Nic Potter: una vecchia conoscenza con cui ho suonato (era il bassista dei Van der Graaf Generator) e condiviso diverse idee e progetti musicali tra il 2005 e 2006. L’avevo perso di vista da un po’ e non sapevo che fosse malato, ma ora mi manca molto – così come mancherebbe un compagno di strada, anche se il nostro tratto comune fu abbastanza breve. Quindi, Nic, la mia ultima immagine di oggi – una bella fotografia di una bella modella presentata da uno dei partecipanti, è dedicata a te: apprezzavi la bellezza, in tutti i sensi, e avresti sorriso sornione, come sapevi fare. Ciao, amico mio.
Grazie dell’attenzione e a presto!
MO
Che bello che sia venuta anche tua mamma!
E le è pure piaciuto…
Credo che sia stata una cosa “one shot”, non si ripeterà – comunque. 🙂