Visto che Marco ancora non mi ha licenziato (ringrazio a tal proposito Poste italiane per il ritardo nel recapitarmi la raccomandata), rieccomi a ragionare su RGB. L’unico vero scopo preciso di queste considerazioni è quello di capire un po’ meglio questo metodo colore. Parto con una riflessione su un canale che in sintesi additiva non esiste ma che troviamo in quadricromia:
K, il canale del nero
In sostanza, alcune tonalità dell’immagine vengono formate con il contributo dell’inchiostro nero che sostituisce una combinazione degli inchiostri giallo, magenta e ciano. Un’opportuna miscela di C, M e Y caratterizzata dalla neutralità (in pratica, un colore grigio) può essere sostituita da una certa percentuale di K. Questa percentuale, che in sostanza determina quanto inchiostro finirà sulla lastra del nero al momento della stampa in quadricromia, dipende dalle caratteristiche dell’immagine così come dalla generazione del nero (GCR, Gray Component Replacement) scelta al momento della conversione in CMYK. In genere l’aspetto di K è molto chiaro e il canale è utile per alcuni interventi di correzione del colore.
È possibile pensare a qualcosa di simile in RGB?
Credo che se un canale analogo esistesse in RGB dovrebbe essere chiamato il canale del Bianco. Emulando K, il nuovo canale sostituirebbe una combinazione di rosso, verde e blu che porta a valori neutri. Ma andrebbe a sostituire delle miscele di luci colorate, non degli inchiostri. Ho provato a scomporre l’immagine per ricavare questo fantomatico quarto canale di RGB.
Possiamo immaginarlo come il rappresentante di un quarto proiettore che emette luce bianca, oltre ai tre canonici che proiettano fasci di luce rossa, verde e blu. Per indicarlo usiamo quindi la lettera W, l’iniziale di White.
Recuperiamo dal precedente articolo il modello grafico delle colonne cromatiche, dove l’altezza di ciascuna colonna è proporzionale all’intensità dei colori e la sovrapposizione ne determina la combinazione.
Consideriamo questa tripletta cromatica: 175R 45G 25B.
Questo colore può essere scritto come segue:
(25+150)R (25+20)G (25+0)B = 25R 25G 25B + 150R 20G 0B.
Risulta evidente che su un ipotetico canale del bianco potremo trasferire la tripletta 25R 25G 25B.
In altri termini, il valore più basso della tripletta corrisponde al valore massimo di R, di G e di B che si può trasferire sul canale del bianco.
Non ci resta che prendere una fotografia e verificare concretamente dove ci porta questo ragionamento.
Duplichiamo due volte lo sfondo e rinominiamo i livelli come in figura.
Per costruire il “Canale del bianco” dobbiamo trasferirvi pari quantita di R, di G e di B. Allo scopo, selezioniamo un canale. Nell’esempio, il blu.
Applichiamo quindi al canale selezionato gli altri due canali in successione, in metodo di fusione Scurisci. Quale canale selezioniamo per partire, e in quale ordine applichiamo gli altri due è irrilevante.
Così facendo, in maniera analoga a quanto visto con la simulazione grafica, abbiamo considerato solo il valore cromatico più basso dei tre canali, pixel per pixel, e lo abbiamo registrato nel canale del blu.
A questo punto dobbiamo ottenere lo stesso risultato anche negli altri due canali, ma non dovremo ripetere la procedura. Ci basterà applicare il canale del blu sia al verde,
sia al rosso.
Otteniamo in tal modo un livello in scala di grigi con le caratteristiche del canale del bianco ipotizzato.
Il risultato è un’immagine in bianco e nero, di luminosità inferiore (rispetto all’originale) o al massimo uguale. La riduzione della luminosità è proporzionale alla saturazione percepita dei pixel dell’immagine di partenza.
I pioppi hanno conservato intatta la luminosità originale, mentre i mattoni della finestra si sono scuriti in modo evidente.
A questo punto dobbiamo trasferire la componente cromatica al livello superiore. Allo scopo, rendiamo visibile e attivo il secondo livello duplicato.
A questo livello sottraiamo quindi il “Canale del bianco”.
Otteniamo in questo modo un livello nel quale la presenza della componente cromatica è legata alla saturazione percepita. L’immagine sarà quindi estremamente scura o nera in corrispondenza delle aree neutre, più luminosa e colorata in corrispondenza delle aree più sature.
Per ricomporre visivamente l’immagine originale, pur nella separazione dei due livelli, ci basta ora cambiare metodo di fusione del livello “Canale cromatico” impostando” il metodo di fusione Scherma lineare” (aggiungi).
L’immagine che abbiamo ottenuto è identica a quella di partenza, ma è scomposta in due livelli, il “Canale del bianco” e il “Canale cromatico”.
Nell’immagine sotto, il confronto tra l’immagine originale e la sua scomposizione in due livelli distinti.
Questa scomposizione può esserci utile in qualche modo? Credo di sì. Per ora ho individuato tre aspetti. Forse quattro.
- Il primo è relativo all’uso del “Canale del bianco” come livello al quale applicare la maschera di contrasto. L’effetto è piuttosto simile all’applicazione della maschera di contrasto al canale L di Lab. Con lo stesso vantaggio fondamentale: evitare aloni cromatici. Non ho ancora fatto sufficienti prove, ma credo che qualche differenza ci sia. Il “Canale del bianco” è mediamente più scuro rispetto al canale L di Lab. Quindi, la maschera di contrasto agirà su tonalità mediamente più basse.
- Il secondo è un modo per incrementare luminosità e saturazione dei colori proporzionalmente alla saturazione percepita originale. Sono ancora poche le prove che ho fatto in questa direzione, ma ho l’impressione valga la pensa esplorare questa possibilità. L’esempio che propongo è la modalità più semplice.
Ho aggiunto un livello di regolazione Curve sopra il livello “Canale cromatico”, in modalità ritaglio, in modo che agisca solo sul “Canale cromatico”. Per chi non fosse pratico, la modalità “maschera di ritaglio” vincola la visibilità di un livello a quello sottostante e alla sua eventuale trasparenza. Trattandosi nel nostro caso di un livello di regolazione Curve applicato a un livello opaco, la curva agisce soltanto sul livello sottostante e non sull’immagine composita. Per creare la maschera di ritaglio è sufficiente attivare il livello che ci interessa e selezionare la voce Crea maschera di ritaglio dal menu in alto a destra del pannello Livelli (abbreviazione da tastiera: Alt-Cmd-G su Mac, Alt-Ctrl-G su PC). Il livello ritagliato è riconoscibile da una piccola freccia bianca rivolta verso il basso, come si vede nella cattura a schermo sottostante.
Ho quindi applicato una semplice curva, spostando solo il punto di bianco per rendere la curva più ripida. Il punto nero, che nel livello sottostante corrisponde ai neutri, è invece rimasto fermo, per cui in corrispondenza della neutralità non verra introdotta alcuna dominante.
Nell’immagine sotto il confronto tra l’immagine originale, a sinistra, e l’immagine curvata, a destra.
L’intervento è esemplificativo della più banale tra le modalità che si possono adoperare.
Le possibilità da esplorare sono:
- l’uso delle maschere applicato alle curve;
- l’intervento sui singoli canali delle curve in modalità “normale”;
- l’intervento dei singoli canali in modalità “colore”.
- La terza possibilità, è una modalità di correzione delle dominanti cromatiche.
In base alle prove fatte, mi pare piuttosto comoda per dominanti nei colori primari.
Dopo aver scomposto l’immagine nel “Canale del Bianco” e nel “Canale Cromatico”, aggiungiamo una curva in modalità ritaglio sopra il canale cromatico.
Apriamo un’immagine che presenti una dominante che vogliamo eliminare. Nell’esempio, la dominante è blu/verde.
Ho inserito tre campionatori colore che evidenziano come la dominante non sia costante.
Come prima operazione, ho messo la curva in modalità colore, per non influire sulla luminosità, ed ho selezionato la curva del blu.
Non importa a che livello di luminosità si collochi la dominante nell’immagine ricomposta, sarà sempre nelle ombre del “Canale cromatico”, come ci suggeriscono i valori registrati nel pannello Info. Quindi, per eliminare la dominante, osserviamo i campionatori colore e spostiamo il punto iniziale della curva verso destra.
(Breve parentesi: come illustrato, se sono selezionate le curve, i valori a cui si riferiscono i campionatori colore sono quelli del livello “Canale Cromatico”. Nel caso in cui vi venisse in mente di inserire curve e livelli all’interno di una cartella, i valori visualizzati sarebbero quelli del composito. E il campionatore 1, ad esempio, registrerebbe 231R 238G 251B. Non cambia il senso. Ho preferito mantenere i numeri dell’esempio perché mi pare facciano capire meglio cosa succede.)
Spostiamo il punto di nero fino a togliere il blu in corrispondenza del primo campionatore colore. Rimangono in questo modo altri 15 punti di blu in corrispondenza del secondo campionatore colore e 26 in corrispondenza del terzo.
Continuiamo quindi a spostare a destra la curva del blu, come in figura. Stiamo semplicemente togliendo blu: più ci spostiamo a destra più ne togliamo.
Appena il blu viene eliminato anche in corrispondenza del terzo campionatore colore, ci fermiamo. Se continuassimo andremo ad eliminare il blu anche dai libri che di quel colore lo sono davvero e non solo per effetto di una dominante.
Rimane ancora una dominante verde. Selezioniamo quindi la curva corrispondente e rifacciamo il procedimento.
Spostiamo a destra la curva del verde fino a eliminare la dominante in tutti i punti campione:
Come potete sperimentare, l’aver riconfinato nelle ombre del “Canale Cromatico” le colorazioni più leggere rende particolarmente facile l’eliminazione delle dominanti. Nell’immagine sotto, divisa a metà in diagonale, il confronto tra l’originale e l’immagine corretta.
- Il quarto aspetto da valutare consiste nella comodità dell’uso dello strumento contagocce come strumento d’indagine e didattico. Quando sono selezionate le curve collegate al livello “Canale Cromatico”, andando ad analizzare l’immagine con il contagocce dovremo valutare al massimo due valori cromatici, perché almeno uno sarà sempre uguale a zero. Il che facilita l’analisi, come sa chi si è abituato ad osservare i valori in Lab. Questo dimostra inoltre come la tinta stia nella differenza.
Il mio augurio è che questi appunti possano servirvi per scoprire qualche tecnica interessante e che la condividiate. Ultimamente l’ho provata nel ritratto e mi pare piuttosto efficace e veloce nel miglioramento dell’iride degli occhi, se isolati da una maschera.
Per rendere più veloci i vostri esperimenti vi allego l’azione che potete trovare qui. Le azioni in realtà sono due e funzionano in RGB. La prima crea la separazione tra livello del bianco e livello del colore e aggiunge una curva in modalità di ritaglio sopra il livello del colore. La seconda va utilizzata solo dopo aver lanciato la prima qualora si siano operate delle correzioni e si voglia ripetere la separazione bianco-colore.
Un caro saluto.
LN
Chapeau 🙂
Grazie! 🙂
Premesso che sono un neofita, ho fatto una prova. Ho preso una foto dove c’è uno sfondo neutro grigio (con varie luminosità), ho applicato le due azioni dopo di ché ho messo tre puntatori, sono andato sulle curve dei rispettivi canali colori ed ho azzerato i valori. Ho ottenuto una foto senza dominanti in un attimo. Forse non ho rispettato molto la sequenza, magari ho usato un flusso mooolto personale ma è fantastico. Complimenti sia per l’intuizione che per la chiarezza.
Grazie mille, Enrico!
grande Marco, diciamo anche maschera di saturazione 🙂
No, Grande Luca – l’articolo è tutta farina del suo sacco :).
Certamente, anche una possibile maschera di saturazione è collegata a questo discorso. Ieri discutevo con Luca sull’opportunità di introdurla in questo articolo, ma sembrava di appesantirlo un po’: ci sono già moltissimi spunti. Questa tecnica potrebbe avere un’interessante ramificazione legata alla relazione tra saturazione e maschera di contrasto. Diciamo che ci sto meditando, devo fare un po’ di prove.
Grazie mille, che tu abbia pensato che questo articolo sia di Marco Olivotto è per me un gran bel complimento! 🙂
Fantastico!!!!
Grazie!!!
Oramai, come ho già scritto altrove, questo è un’altro capitolo del libro che stò creando con i vostri articoli …. la mia bibbia personale !! Grazie Luca
Letto e provato.
Davvero interessante!
Grazie per avercelo spiegato 😉
Ottimo tutorial e azione fantastica. D’ora in avanti le mie foto avranno sicuramente meno fastidiose dominanti.
Grazie davvero Luca!
Felicissima di essere stata una sua studente, di ricordare ancora le sue lezioni e di conservare ancora gli appunti!
Grazie mille, Linda!
Averti avuta come mia studentessa è stato un piacere.
Sono contento che tu abbia avuto la voglia e il coraggio di leggerti questo articolo. Significa che, a volte, qualcosa rimane. 🙂
Immagino che la foto con la bici da corsa non sia nuova per te.
😉