Contest “1000!” – Gli scatti mancanti

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Mi scuso innanzitutto per il terribile ritardo con il quale pubblico questo post, che avrebbe doverosamente dovuto apparire qualche settimana fa. Non avevo fatto i conti con la pressione del tempo a fine anno, e soltanto ora che la stagione lavorativa si è conclusa riesco a mettermi a tavolino per compilare una sequenza di commenti che spero saranno utili a chi ha partecipato.

Tutti sanno di cosa si tratta, credo, ma in ogni caso: il video con la discussione delle prime venti versioni pervenute si trova qui. Ventuno, in realtà, perché dobbiamo contare il famoso scherzo di Desna Tural, decisamente fuori concorso. Ne mancavano all’appello dodici, che andiamo a discutere qui di seguito.

Innanzitutto, un dettaglio tecnico: per ragioni di caricamento e visualizzazione, tutte le immagini sono state ridotte a una dimensione pari al 20% dell’originale e convertite in sRGB. Una sola delle immagini pervenute non aveva il profilo colore incorporato. Dal momento che la richiesta era di consegnare l’immagine in Adobe RGB, ho assegnato quel profilo e ho considerato il risultato la versione definitiva.

Partiamo dall’originale proposto (potete cliccare sulle immagini per vederle a dimensione maggiore):

L'immagine originale proposta.
L’immagine originale proposta.

La versione vincitrice riportata nel video della discussione originale era quella di Andrea Iodice, ed è questa:

La versione di Andrea Iodice, vincitrice tra le prime venti pervenute.
La versione di Andrea Iodice, vincitrice tra le prime venti pervenute.

Si tratta di un notevole miglioramento rispetto all’originale: non troppo spinto, garbato, corretto e fotograficamente appropriato. Direi che potremmo quindi prendere questa versione come riferimento di massima per le prossime, che vorrei presentare in ordine alfabetico. Prima di iniziare, una doverosa scusa da parte mia a Dario Giannobile che aveva consegnato in tempo ma che è rimasto fuori dalla “rosa” delle prime venti immagini a causa di una mia svista. Naturalmente la sua versione viene inclusa nella discussione qui di seguito.

Un’ulteriore avvertenza: non è possibile esaminare accuratamente la maschera di contrasto in versioni ridotte a 1/5 delle dimensioni lineari dell’originale, per cui rimando questa discussione a una sezione finale del presente articolo.

Fabrizio Bottaro

La versione di Fabrizio Bottaro.
La versione di Fabrizio Bottaro.

Dal punto di vista numerico, nulla da obiettare: i colori sono tutti credibili e i numeri sono ineccepibili. Dal punto di vista interpretativo, Fabrizio realizza una versione meno contrastata (sia cromaticamente che dal punto di vista della luminosità) rispetto alla versione vincitrice, ma la sua è una buona interpretazione della scena dal punto di vista fotografico. Preferisco di una leggera misura la versione di Andrea Iodice dal punto di vista del contrasto di luminosità, ma Fabrizio ha dei colori più convincenti e una tonalità più calda che ben si addice allo scatto estivo della darsena di Porto di S. Margherita (VE). Probabilmente una fusione con il colore di questa versione e la luminosità della versione vincitrice sarebbe il compromesso migliore.

Andrea Cesarini

La versione di Andrea Cesarini.
La versione di Andrea Cesarini.

Andrea realizza una versione piuttosto chiara dal punto di vista della luminosità. I colori sono corretti anche se avrei qualche dubbio sul cielo che scende fino a -10 nel canale a, e suggerisce quindi una leggera dominante verde. Solo sul cielo, però: una curva mirata ad aumentare il valore di a nel cielo rende inesorabilmente magenta sia il legno in primo piano che le alte luci, e si rende necessaria una correzione più mirata. È quindi possibile che il cielo sia stato oggetto di attenzioni specifiche che forse sono leggermente sfuggite di mano. Dal punto di vista della leggibilità delle ombre il risultato è buono e questo non sorprende, perché la versione è particolarmente luminosa. Al confronto, però, quella di Andrea Iodice regge bene l’impatto anche se è più scura: segno che una versione globalmente più chiara non è necessariamente migliore nelle parti scure di una che abbia una luminosità inferiore.

Piersimone Fontana

La versione di Piersimone Fontana.
La versione di Piersimone Fontana.

Piersimone opta per una versione abbastanza poco satura rispetto ad alcune sue cose che ho visto in passato. Anche questa è piuttosto chiara dal punto di vista della luminosità, e può essere che una curva in Luminosità sulla versione finale abbia ridotto la saturazione percepita. In generale comunque abbiamo a che fare con dei numeri corretti anche se la versione risulta meno incisiva di altre proprio a causa di una strana distribuzione della luminosità. Una delle scelte possibili, in un’immagine come questa, è tra mantenere un cielo piuttosto scuro oppure renderlo chiaro. Questa versione segue la seconda via, con un cielo che svetta di circa 20 punti nel canale L su quello della versione di Andrea Iodice. Dal mio punto di vista, siccome il bianco è un colore dominante e le barche sono molto chiare, il contrasto simultaneo con il cielo è cruciale e preferisco una versione con il cielo scuro, ma si tratta davvero di interpretazioni personali. Resta il fatto che le barche, anche quelle con la copertura più scura, risaltano di più nella versione di Fabrizio Bottaro, abbastanza simile a questa salvo il cielo, che è sensibilmente più scuro.

Dario Giannobile

La versione di Dario Giannobile.
La versione di Dario Giannobile.

La versione di Dario Giannobile, grande escluso!, è finora la più simile a quella di Andrea Iodice. La differenza principale è cromatica: Dario ha mantenuto un tono più caldo, forse preferibile in questo contesto. Anche qui il cielo mostra una tendenza leggera verso il verde (a arriva a circa -8) ma questo non disturba molto il contesto generale dell’immagine. Direi che è una buona versione, anche se continuo a preferire il colore di Fabrizio Bottaro. Probabilmente candidata a una fusione di qualche genere, con quella di Fabrizio, appunto, e la versione vincitrice.

Gianni Grandi

La versione di Gianni Grandi.
La versione di Gianni Grandi.

Gianni proviene come è ben noto dalla prestampa. Ovvero, da un ambito in cui il ritornello triste suona più o meno come “dateci un ciano che stampi ciano, per favore”, vista la natura toposa del colore più debole della palette CMYK. Probabilmente per questo motivo Gianni ha ritenuto che una versione blu non sarebbe stata troppo pericolosa…
Scherzi a parte, il problema si annida nei quarti di tono e si estende fino alle ombre: le luci in senso stretto sono corrette, ma le barche in primo piano vivono serenamente sei punti sotto il livello del mare nel canale b, e questo è molto difficile da credere. Prima di buttare via questa versione con scherno, però, vale la pena di osservare che Gianni ha lavorato davvero di fino sulla luminosità. La fusione tra la sua luminosità e il colore di Fabrizio Bottaro produce questa versione:

La luminosità di Gianni Grandi in fusione con il colore di Fabrizio Bottaro.
La luminosità di Gianni Grandi in fusione con il colore di Fabrizio Bottaro.

Questa mi sembra finora la versione migliore tra quelle esaminate fin qui, e la teniamo da parte come riserva. La mia sensazione è che Gianni abbia avuto un momento di dimenticanza: dopo avere lavorato pesantemente sulla luminosità si è considerato soddisfatto del risultato e non ha ricontrollato i numeri; succede, e lo so per esperienza fatta perché io stesso feci un errore simile durante la classe avanzata (AACT) con Dan Margulis. Davanti a un’immagine con dei colori semplicemente agghiaccianti, risolsi il problema in maniera dignitosa, dal punto di vista dei valori di a e b, ma dimenticai di controllare il punto d’ombra. Avevo L superiore a 20 nel punto più scuro. Il risultato è nei leggeri segni visibili ai miei polsi: sono le aree in cui mi inserirono degli spinotti USB per usarmi come colorimetro per profilare il monitor del Maestro, che notoriamente non disdegna di lavorare con lo stesso in scala di grigio, tanto per non disabituarsi a leggere i numeri. E ben mi stette. 🙂

Nino La Corte

La versione di Nino La Corte.
La versione di Nino La Corte.

La versione di Nino La Corte migliora di molto l’originale, ma lascia una dominante bluastra su buona parte dell’immagine; in particolare nel legno, che risulta piuttosto innaturale. Dal punto di vista della luminosità non c’è una differenza sostanziale tra questa e l’originale. La versione migliora quindi il colore, ma si ferma un po’ a metà strada: il legno è positivo in a e negativo in b, e risulta quindi desolantemente un po’ viola. Non dobbiamo dimenticare la tendenza del mondo a virare verso il giallo, nella maggior parte dei casi, e in particolare nel legno. Buon tentativo, quindi, ma non concluso. Un confronto tra la versione Grandi/Bottaro e questa mostra chiaramente dove si annida il problema.

Fabio Mannucci

La versione di Fabio Mannucci.
La versione di Fabio Mannucci.

Fabio Mannucci è l’unico partecipante di questo gruppo che abbia frequentato una classe con Dan Margulis. L’approccio si vede: colori più vivaci della media, dove ci sono colori vivaci, numeri generalmente corretti, contrasto aggressivo. Personalmente mi piace, e il confronto più diretto è con la versione di Andrea Iodice. Fabio Mannucci vince nel momento in cui desideriamo un approccio più “sparato”, mentre Andrea Iodice mantiene la posizione nel caso preferiamo una versione più morbida. La difficoltà di questo scatto è tutta qui: i soggetti principali sono neutri, e una volta che abbiamo inchiodato la loro neutralità possiamo giocare quasi soltanto sulla saturazione, oltre che sul contrasto locale. In un’immagine variopinta è facile capire se la saturazione si è spinta troppo in là, ma in una fotografia come questa sono davvero pochi gli oggetti realmente colorati, e il desiderio di spingere è elevato. Sono due filosofie diverse, non migliori o peggiori: paradossalmente, questo sarebbe un facile bianco e nero, proprio perché il colore gioca un ruolo sottile e tutto sommato secondario. Non credo che sarebbe possibile, quindi, scegliere univocamente tra questa versione e quella di Andrea Iodice.

Francesco Marilli

La versione di Francesco Marilli.
La versione di Francesco Marilli.

Questa versione è molto simile a quella di Nino La Corte: dal punto di vista cromatico sono molto analoghe e vale quindi lo stesso discorso. Si tratta di un buon passo avanti rispetto all’originale ma la dominante magenta piuttosto pervasiva dello stesso non è stata eliminata completamente; un po’ meno in questa versione che in quella vista sopra, che è mediamente più magenta ma più blu. Da migliorare, in questo senso, e da confrontare con i colori della fusione Bottaro/Grandi discussa poco fa.

Nicola Marini

La versione di Nicola Marini.
La versione di Nicola Marini.

Fino a questo momento non avevamo visto una versione con un eccesso di giallo, ma è arrivata anche quella. Penso che il problema principale in questo caso sia consistito nel mancato controllo dei numeri, a partire dalle luci. Questa versione diventa più accettabile dal punto di vista cromatico con un solo set di curve, una nel canale R e una nel canale B:

La versione di Nicola Marini con una curva aggiuntiva RGB.
La versione di Nicola Marini con una curva aggiuntiva RGB.

Dal punto di vista del colore abbiamo ancora un tono leggermente caldo, ma non è tutto uniformemente giallo; anche il cielo è molto più credibile perché tende maggiormente al colore blu. Quando abbiamo a che fare con oggetti visibilmente neutri o quasi neutri dobbiamo sempre verificare la loro neutralità; e se la stessa si discosta significativamente dai valori che ci aspettiamo dobbiamo riuscire a giustificare il perché. 9 o anche 10 punti positivi nel canale b in oggetti che ci aspettiamo bianchi sono un po’ eccessivi.

Giuseppe Melia

La versione al peperoncino di Giuseppe Melia.
La versione al peperoncino di Giuseppe Melia.

Perdono a Giuseppe Melia di avere peggiorato la dominante magenta dell’originale perché conosco bene gli effetti collaterali del peperoncino che viene servito nelle pietanze di un noto pub di Pellaro (RC) che lui frequenta assiduamente ;-). Tra questi, alterazione della percezione visiva, anche ma non solo verso il magenta.
Scherzi a parte, no: siamo davvero troppo verso il viola. Punto di luce, punto d’ombra e controllare i numeri. Oppure, forse, non è la versione di Giuseppe ma di una delle interne dello studio in cui anche Giuseppe lavora: non facciamo nomi, ma è possibile, molto possibile che si sia giocato uno scherzo alle spalle del povero Melia… (e se questo non dimostra quanto io mi senta amico dei fotografi calabresi di servizifotografici.net, non so cos’altro potrebbe farcela).

Matteo Migliorati

La versione di Matteo Migliorati.
La versione di Matteo Migliorati.

La versione di Matteo Migliorati pecca in direzione opposta: troppo verde. Anche qui, a rovescio, vale lo stesso discorso fatto sopra: sempre controllare la neutralità degli oggetti che ipotizziamo essere tali. A volte è sufficiente impostare un punto di luce e un punto di ombra, ma non in questo caso. E comunque, anche le luci soffrono di una tendenza a essere negative nel canale a, quindi probabilmente qualcosa è sfuggito di mano in prima battuta. Questa, per inciso, era la versione pervenuta senza il profilo colore incorporato.

Mattia Valerio

La versione di Mattia Valerio.
La versione di Mattia Valerio.

Ultima versione della serie per Mattia Valerio: una sorpresa, molto vicina a quella di Andrea Iodice ma più brillante per molti aspetti, soprattutto per quanto riguarda la luminosità. C’è una leggera dominante fredda che però non mi disturba troppo, anche se continuo a preferire il calore della versione di Fabrizio Bottaro. Questa potrebbe essere quindi una candidata a diventare la versione migliore di questo lotto, se utilizziamo gli stessi criteri di valutazione che abbiamo applicato nella serie ufficiale dei 20 scatti arrivati per primi. La mia scelta personale dal punto di vista estetico va ancora alla fusione Grandi/Bottaro vista sopra, ma anche una fusione di quella versione con questa al 50% è buona: sono due caratteri diversi e la scelta finale è davvero estetica, non tecnica. Farei senz’altro vincere il colore di Fabrizio Bottaro, in generale, e anche la luminosità di Gianni Grandi, anche se è forse leggermente troppo spinta a cercare dettaglio nelle ombre in certi contesti. La scelta a questo punto è individuale.

Ci manca ancora la discussione della maschera di contrasto, cosa che vorrei fare in maniera rapida e senza ripetere un numero già elevato di confronti.

Sharpening a confronto: sopra, Gianni Grandi, sotto, Fabrizio Bottaro.
Sharpening a confronto: sopra, Gianni Grandi, sotto, Fabrizio Bottaro.

Ho aperto tutte le versioni originali e le ho esaminate con un fattore di ingrandimento del 50%. Le due versioni con il dettaglio migliore sono senza dubbio quella di Fabrizio Bottaro e quella di Gianni Grandi. Le vedete qui sopra in una simulazione di ciò che io ho visto a schermo, ovvero al 50% di ingrandimento. Quella di Gianni Grandi è più rumorosa, quella di Fabrizio Bottaro più morbida ma con più dettaglio fine. Probabilmente la seconda sarebbe più adatta a una visualizzazione a schermo, ma risulterebbe leggermente soft in stampa, mentre quella di Gianni Grandi potrebbe tranquillamente reggere a livello stampa. Questo senza dover naturalmente tenere in conto eventuali problemi cromatici.

La versione che io dichiarerei vincitrice, ovvero la fusione tra la luminosità di Gianni Grandi e il colore di Fabrizio Bottaro avrebbe anche la maschera di contrasto della prima, quindi potrebbe essere sensato ridurre la fusione al 50% nel caso la versione ad alta risoluzione risultasse un po’ troppo aggressiva per lo schermo. Questo andrebbe però valutato di caso in caso.

Ecco quanto… spero che abbiate trovato questo confronto interessante e che perdonerete l’enorme ritardo con cui ho pubblicato queste note. Cercherò di essere più puntuale in futuro, se si dovesse presentare nuovamente l’occasione di un contest.

Un saluto a tutti!
MO

5 commenti su “Contest “1000!” – Gli scatti mancanti”

  1. La mia versione è un po pallida effettivamente. Probabilmente in uno scatto con così poche parti colorate, percettivamente i colori mi sembravano più saturi di quanto non fossero numericamente. La versione che mi è piaciuta di più è quella di Fabio Mannucci. Molto spinta e quindi opposta alla mia cromaticamente, ma accattivante.

  2. Vivere in una città di mare a qualcosa serve :-). A presto e grazie, come sempre, dell’impegno. Un sacco di versioni = sbattone incredibile :-D.

  3. Che dire… Grazie dell’attenzione e del tuo tempo. Da te sto imparando molto anche a livello umano. Viviamo in un epoca dove rispetto, correttezza e impegno rimangono spesso parole vuote e tu le riabiliti sempre. Grazie sempre e fortuna che in quel freddo febbraio non mi feci fermare dalla neve.

  4. bel contest , bravo marco e bravi tutti, io me lo sono perso, la prossima volta parteciperò, comunque devo dire bravo al vincitore con una piccola parentesi, ( tutte le parrti nere della foto eccetto alcuni piccoli pixel sono tendenti al viola, che diciamo le coperture e le vele non ci starebbero male , ma a mio gusto sono un po troppo viola, ) 😉 🙂 buon natale a tutti

    1. Marco, grazie dell’interessante osservazione. Personalmente sono convinto che non tutte le parti che percepiamo come ombre (intese nel senso di parti scure) siano neutre. Un esempio: sono pronto a scommettere la mia carriera sulla neutralità della piccola guarnizione del cavo motore della barca denominata “Days due”. Ma sulle scritte, ad esempio, ho seri dubbi. Mentre la “D” di Days è perfettamente neutra, la “E” di Elena sulla sinistra è 23 punti negativa nel canale b. Ovvero, è necessarimente blu scuro: è difficile pensare che due oggetti tutto sommato vicini in luminosità abbiano colori così diversi a meno che questo non sia un fatto reale. Essendo però così scuro il colore, non lo percepiamo come intensamente blu – anche se di fatto lo è. Se partissimo dall’ipotesi che le lettere sono nere (neutre) ci ritroveremmo con un problema.
      Se comunque volessimo desaturare le ombre, il metodo più diretto sarebbe questo: un livello di regolazione tinta unita impostato su un grigio neutro in metodo di fusione Colore, mascherato da una luminosità invertita curvata in modo estremo al punto che solo le ombre risultino praticamente bianche e il resto nero. Ho provato rapidamente: dal punto di vista percettivo non cambia granché, ma se per ipotesi decidessimo di saturare ulteriormente l’immagine sarebbe una buona manovra preventiva per evitare saturazioni troppo invadenti nelle ombre.

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