MO

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Dan Margulis, universalmente riconosciuto come l’uomo che ha inventato la correzione del colore in Photoshop, lo ha pubblicamente definito un uomo del Rinascimento a causa della sua ecletticità. Dopo la formazione classica si laurea in Fisica e si occupa di produzione musicale (tuttora) fino ad approdare al campo dell’immagine, che  probabilmente a causa di un imprinting ricevuto dal padre, fotoamatore, che fin da bambino lo porta in camera oscura con sé.

Nel 2007 scopre le opere sulla correzione del colore dello stesso Margulis e diventa suo allievo. Con lui frequenta entrambe le classi ACT (Applied Color Theory) e AACT(Advanced Applied Color Theory) organizzate da PS School, dedicandosi poi professionalmente al ritocco e alla post-produzione delle immagini e aprendo così un nuovo settore nella sua attività

Da sempre dedito all’insegnamento in diversi ambiti (informatica, tecniche audio, linguaggi di programmazione) all’interno di strutture private e pubbliche, nel 2011 decide di dedicarsi anche alla diffusione delle tecniche della correzione del colore in Photoshop, ancora poco note in Italia. Realizza per Teacher-in-a-Box otto videocorsi (uno dei quali in collaborazione con l’amico e collega Marco Diodato, un altro conRoberto Freddi) che rappresentano attualmente la risorsa più organica e globale sulla materia disponibile in lingua italiana. Nel marzo dello stesso anno raccoglie un’idea di Francesco Marzoli e con lui organizza a Pescara il primo Color Correction Campus, un corso intensivo di due giorni che porta gli studenti a lavorare materialmente sulle immagini applicando le tecniche codificate da Dan Margulis nel corso degli anni.

Il Campus si ripete molte volte e si forma presto una community di allievi e appassionati che conta a febbraio 2015 più di duemila iscritti molto attivi nel condividere tecniche, suggerimenti e informazioni.

Collabora con carissimi amici e professionisti del calibro di Tiziano FruetMarco DiodatoDaniele Di StanioDavide Barranca e Giuliana Abbiati – questi ultimi suoi compagni di viaggio in RBG, il gruppo di lavoro creatosi attorno alla figura del fotografo veronese Roberto Bigano, che si occupa di consulenze e produzione di utilities per Photoshop. Tra il 2012 e il 2013 è stato uno dei dodici beta-readers selezionati a livello mondiale per l’ultima fatica di Dan Margulis – il libro “Modern Photoshop Color Workflow”.

Nel tempo libero ama viaggiare, fotografare, frequentare i suoi affetti lontano dalla folla e preferisce un libro alla televisione. Quando gli dicono che lo considerano un esperto di colore digitale pensa che comunque non sarà mai in grado di riprodurre la scura e profonda luce degli occhi di suo figlio Simone.

Vive a Nogaredo, sulle colline vicino a Rovereto, dove è nato il 27 gennaio 1965.

Contatto: marco{at}marcoolivotto.com

6 commenti su “MO”

  1. Buongiorno Marco
    Sono molti mesi che la seguo nelle lezioni di Teacher in a Box, e adesso, mi sono deciso a scriverle per un semplicissimo motivo.
    Ogni volta che ho bisogno di capire VERAMENTE e PROFONDAMENTE alcune cose in merito a Photoshop (ho la fortuna di insegnare i fondamenti del Software in unno dei corsi che gestiamo nel nostro studio) senza farlo apposta, incappo nel suo blog, o in informazioni che provengono da lei. Le sue lezioni su TIAB sono assolutamente le migliori e a mio modesto avviso combinano semplicità con efficienza. Massimo risultato, minimo sforzo.
    Sto cercando di ottenere la certificazione ACE (sono di Verona) e mi sto facendo aiutare da Tiziano Fruet conosciuto di persona attraverso un amico in comune, ma precedentemente conosciuto in versione “gialla” in termini di “miscelazione canale” durante una sua lezione!
    Oltre ad un inestimabile consulente sul software e sul mondo grafico, lo trovo una persona fantastica.
    Tiziano mi dice lo stesso di lei, cosa che mi ha spinto a scriverle, per dare una forma alla mia gratitudine a alla mia stima.
    Il “problema” (che tuttavia ho l’ambizione di trasformare in “opportunità”), è che più mi addentro nelle vostra conoscenze, più azzero le mie, o mi rendo conto di aver operato finora in modo discutibile. Forse questo non è necessariamente un male e se lo affianco alla mia voglia di mettermi in gioco sempre e comunque, di uscire dalla mia “zona di confort” e vedere le cose che ho sempre creduto di sapere sotto un altro punto di vista… forse mi può tornare utile, forse riuscirò ad inseguire quello che ho sempre sognato e che ho sempre pensato non mi fosse possibile raggiungere.
    Mi scuso per la prolissità, ma mi creda: non si tratta di imparare ad usare un software per fare “cose più fighe in meno tempo”. Per quanto mi riguarda, si tratta di vedere uscire dallo schermo qualcosa che valorizza una cosa che amo: la fotografia.
    Si tratta di avere la responsabilità e il privilegio di poter trasmettere queste conoscenze (a livello base) a persone che ti guardano avide di sapere, e che si aspettano di essere stupite e di risolvere con semplicità problemi che prima gli parevano irrisolvibili.
    E se questo passa anche attraverso persone come lei, trovo giusto che lo sappia, per quanto poco possa valere.

    La seguo spesso, a livello didattico e a livello di lettura piacevole.

    Un caro saluto

    Andrea Buonadonna

    1. Andrea, innanzitutto grazie dell’apprezzamento che non può che farmi piacere. Mi verrebbe anche da dire che sono estremamente felice che Tiziano abbia trovato un seguace grazie a una foto sbagliata (da me!) che è in qualche modo diventata un’immagine-cardine dei corsi visto che ha una valenza didattica elevata.
      Il tuo commento sull’operare “in modo discutibile” è delicato. Se per discutibile intendiamo “che può essere messo in discussione” questo è in generale vero per qualsiasi approccio: anche perché in Photoshop esistono modi diversi di operare che portano agli stessi risultati; ognuno sceglie quello che preferisce e che è più adatto al suo flusso di lavoro, e non penso che esista in generale una risposta assoluta e definitiva a un problema dato. Se invece intendiamo “errato” la mia posizione è quella che segue.
      Inevitabilmente quando si segue una scuola si fa una scelta di campo, ma non è detto che quella scuola sia l’unica e la migliore. Può esserlo in certi contesti, ma probabilmente non in generale. L’esigenza, oggi, è ottenere risultati buoni in un tempo limitato, se il cliente lo vuole. Queste ultime cinque parole sono cruciali: perché non sempre il cliente lo vuole, per strano che possa sembrare. Quello che a mio modo di vedere è importante è dare informazioni che siano precise, dimostrabili e lineari anche su argomenti molto semplici. Un esempio: leggo troppe volte che le curve distruggono un’immagine. Questo è un preconcetto che si può dimostrare infondato in pochi secondi, anche utilizzando curve estreme deliberatamente pensate per danneggiare un’immagine. Si scopre così che un’operazione apparentemente innocua come una rotazione di pochi gradi per raddrizzare un orizzonte è molto più distruttiva della curva più estrema che si possa realisticamente pensare di utilizzare. Ma il problema del preconcetto nasce dal fatto che certi aspetti delle immagini digitali vengono dati per scontati quando non lo sono affatto – e non sono compresi fino in fondo. E non sono aspetti semplici, perché implicano alcune conoscenze matematiche che, nel loro contesto formale, non sono forse alla portata di tutti.
      La risposta, dal mio punto di vista, è: divulgare e fare cultura. È quello che cerco di fare, con assoluta umiltà, in questo blog, e ti ringrazio di avere espresso un giudizio così lusinghiero su ciò che scrivo. Sperando di conoscerti di persona un giorno ti saluto – ma con una domanda a cui esigo risposta: di che colore è veramente Tiziano Fruet? 😉

  2. Marco, permettimi di passare al “Tu”, non certo come mancanza di rispetto, ma come forma colloquiale più distesa e spontanea.
    Hai ragione, le tue analisi su quanto ho scritto sono precisissime e puntuali.
    E’ il bello di software come Ps: puoi arrivare alla stessa soluzione attraverso strade diverse, che variano a seconda di chi lo usa e a seconda dell’immagine. C’è creatività nella soluzione, ed è un motivo per cui mi piace tanto lavorarci.
    Quello che intendevo dire è che più conosco i meccanismi “intimi” e soprattutto quali strumenti e metodi utilizzare per… mi rendo conto che pur essendo “tutto in discussione” è stimolante trovare il modo “meno discutibile” arrivando al risultato in modo preciso e veloce (aggiungerei anche analitico), quindi è uno stimolo e una sfida continua, che si ripropone ad ogni immagine, durante ogni processo. E anche motivare la propria scelta rispetto ad un’altra è bello ed educativo.
    Solo adesso (non prima) mi ritrovo con l’immagine aperta e il volto concentrato per capire cosa, ma soprattutto “SE” è il caso di agire in qualche modo.
    E’ una tecnica che ho usato spesso durante le mie lezioni e ho trovato riscontri interessantissimi. Oltre a condividerli con te, avrei piacere di sentire una tua opinione, dal momento che ho tantissimo da imparare: ho proposto ai corsisti un’immagine giusta, corretta, ineccepibile sotto il punto di vista di produzione/correzione/sviluppo. Un’immagine che dopo la lavorazione salvi in archivio con un altro nome, magari in psd.
    Non essendoci difetti (o difetti eclatanti… era un corso base) diventavano matti e mi dicevano le cose più diverse e bizzarre da fare. Uno ha scomodato persino il comando “Calcoli”… Quello che volevo dimostrare loro era che: il fatto che noi sappiamo usare “qualcosa”, non vuol necessariamente dire che questo “qualcosa” vada usato ad ogni costo. Volevo che arrivasse loro il bisogno di avere una capacità analitica di valutare un’immagine prima di operarci, e che prima di capire cosa fare, sarebbe meglio sapere “se” bisogna fare.
    Non puoi sapere dove arrivare se non sai da dove stai partendo.
    Ok, forse era una domanda “carogna” o provocatoria, ma ho a che fare con fotografi principianti e pieni di entusiasmo e che presi dalla foga di fare, tendono a strapazzare i poveri pixels delle loro foto, a volte per nulla.
    Bellissime queste discussioni, mi hanno arricchito, quindi: altro “grazie”!

    Non ho sorvolato l’argomento: posizionerei il buon Tiziano intorno a …
    L75; a8; b13. per quanto riguarda i colori del suo incarnato. Mi astengo sul colore dei suoi maglioni perchè variano ogni volta e non l’ho conosciuto in periodo invernale, mentre direi che il suo carattere ha un sacco di colori saturi, vivi, brillanti, e molto belli.
    😉
    Ti saluto e attendo anch’io di stringerti la mano di persona, anche da amatore di musica.
    A te le migliori cose e a presto

    Andrea

    1. Il tuo esperimento di proporre un’immagine formalmente corretta e raccoglierne i feedback è molto interessante e sarebbe bello avere una statistica. Le casistiche che ho io si concentrano sulla scelta tra un’immagine corretta o meno, che di solito è univoca… ma non sempre. Uno dei problemi principali è che dobbiamo stare attenti a non aggrapparci ai numeri: che sono certamente dei sostegni, ma non dovrebbero diventare delle stampelle. Ci sono immagini con i numeri perfetti decisamente piatte, e altre che sbordano un po’ dai canoni che sono bellissime dal punto di vista dell’impatto emotivo. In ogni caso, il margine estetico di giudizio è sempre in gioco ed è anche giusto che sia così.

      Grazie mille dei tuoi commenti e a presto!

  3. ciao Marco, navigando ho trovato alcuni estratti dei tuo corsi su photoshop, parlo di teacherinabox! Ho subito cercato il tuo sito internet perché volevo ringraziarti per la chiarezza e la professionalità e sopratutto perché sai insegnare e sai fare appassionare. Grazie!
    Emanuela

    1. Grazie mille, Emanuela: se vuoi puoi anche iscriverti al gruppo CCC su Facebook, dove molte persone discutono di colore e scambiano volentieri informazioni. A presto!

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Pensieri sul colore in Photoshop