Roadmap #36 – Digital Symposium / Pesaro Photo Festival

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Si è conclusa ieri la settima edizione del Pesaro Photo Festival, che ha ospitato tra le altre cose il Digital Symposium. Difficile riassumere in poche righe i due giorni della manifestazione, ma una considerazione viene spontanea: in un periodo storico in cui le grandi fiere sono in seria crisi, se non hanno già chiuso i battenti, e comunque stanno riflettendo sul proprio ruolo, momenti d’incontro come questi sono una boccata d’ossigeno. Uno stand tecnico, non immenso ma assai interessante; mostre e dibattiti vari; una lettura di portfolio; diversi workshop tecnici che hanno attirato un numero assai rilevante di persone. Il programma degli eventi (passati) è sul sito, ma come sempre questa Roadmap tenta di tracciare un percorso diverso. Il percorso stavolta riguarda l’atmosfera.

Immaginate che una ventina di persone si diano appuntamento in un certo luogo e in un certo momento per fare qualcosa. Dietro ci sono varie motivazioni, naturalmente, ma essenzialmente il motore è l’entusiasmo; o, se preferite, la caparbia volontà di mantenere un certo schema che si è dimostrato funzionale negli anni precedenti. Capita quindi di trovarsi in auto verso la cena con i responsabili di Canon, o di incontrare Ana Paula Tamburini di Teacher-in-a-Box intenta a montare il sistema per le proiezioni pubbliche dei videocorsi, e molte altre cose.

Questo è stato il mio primo PPF, come lo chiamavamo per brevità, e la sensazione è stata divertente: quella di essere il new kid in town, più o meno nella stessa posizione di Ron Wood degli Stones – quello giovane, quando esattamente giovane non è e suona nel gruppo da circa 40 anni. Visto che ero al primo PPF, gli amici con i quali ho già condiviso fiere, post-fiere, corsi, lazzi su facebook e molte altre cose, invece di ricorrere al nonnismo più bieco hanno giocato la carta denominata “oh, vieni, benvenuto al tuo primo PPF!” Il che, se me lo consentite, è una gran cosa.

Io ho tenuto tre workshop; quattro in realtà, anche se il primo non era connesso al Digital Symposium: si è svolto sabato mattina dalla mia stanza d’albergo, in forma di corso/webinar, per la Digital Post Production Academy di Francesco Marzoli, con il famoso mantra ripetuto in sottofondo “fai che il WiFi tenga”. Poi, nel pomeriggio, nella cornice del Cinema Astra di Pesaro, il primo intervento sulla coerenza cromatica nel flusso di lavoro fotografico, dallo scatto all’output. Domenica, altri due workshop connessi: lettura del colore al mattino, correzione colore base al pomeriggio.

Devo fare dei ringraziamenti sentiti, cercando di non dimenticare nessuno: ad Alberto Czajkowski, manager di CPS Italia, per l’impegno profuso nell’organizzare tutto e per la fiducia; a Elisa Targher, sempre di CPS Italia; a Paolo Baccolo e Lorenzo Colloreta, bei compagni di viaggio e di avventura; e in particolare, ad Alberto e Lorenzo, per avermi tolto le castagne dal fuoco – loro sanno perché; ad Ana Paula Tamburini, sempre presente… e a tutti quelli che sono venuti ai workshop, soprattutto i quasi 200 che hanno riempito il cinema ieri pomeriggio.

Highlights dei due giorni? Vediamo.

  1. Lo schermo di proiezione più grande che si possa realisticamente immaginare. Camminare avanti e indietro puntando con il dito alle cose che si vogliono evidenziare, invece che con il mouse, e diventare una specie di ombra proiettata su Photoshop è un’esperienza unica.
  2. Il sondaggio “da dove venite?” di fronte alla platea immersa nel buio per scoprire che da Faenza a Lecce più o meno tutta l’area adriatica era rappresentata.
  3. La foto con l’iPhone dal palco (“ma quanti siete…?”) prima di iniziare a parlare, che poi riguardi senza capire bene cosa potesse avere portato lì una platea del genere.
  4. Venire praticamente travolto assieme a Paolo Baccolo da Lorenzo Colloreta e Ana Paula Tamburini scapicollanti in skates sul lungomare alle 8.30 del mattino (due che vanno al lavoro, due che se la prendono tranquilla, in pratica… ). Scatenamento di foto reciproche, ovviamente.
  5. Venire fotografato con delle foglie in testa, scontornato, post-prodotto in Photoshop Touch ed esposto al pubblico scherno su facebook durante la cena di sabato sera, tutto nell’arco di tre minuti.
  6. Avere la capigliatura del mattino proposta pubblicamente come esercizio di scontorno avanzato (sì, Lorenzo, era agghiacciante, lo so). Il miglior commento ricevuto in privato è stato: “che sexy!” – il che mi ha generato, confesso, una lieve onda di depressione.
  7. La formidabile discussione, completa di video, sulla realizzazione di un motore a gatto imburrato prima delle 8 di domenica mattina (se siete curiosi, il video è qui).
  8. La cena di sabato sera, e qui mi fermo.

Dico spesso che un’immagine vale mille parole. Le Roadmap non hanno immagini, di solito, ma stavolta faccio un’eccezione.

Sabato, alla fine del mio intervento, ho passato il palcoscenico a Paolo. Mentre si preparava, ho risposto ad alcune domande. Quando ho finito e mi sono girato, ho visto la slide che aveva preparato per salutarmi e farmi scendere; incombeva in dimensioni veramente inquietanti dallo schermo. È questa, e io sono veramente la mia ombra:

TheShadow

Non me lo aspettavo, è stato commovente e credo che riassuma perfettamente lo spirito del Digital Symposium e del Pesaro Photo Festival. Grazie Paolo, quindi, grazie a tutti.

È deciso, comunque: dobbiamo andare in tournée prima o poi. Troviamo il modo, e il famoso minibus.

MO

P.S.: vorrei ringraziare pubblicamente Silvia Palmucci, che si è fatta tutta la strada da Perugia a Pesaro per essere presente. È un’operatrice che si occupa da molti anni di fotoritocco in un campo molto particolare, e che ha in qualche modo, mi dice, “riscoperto” il suo mestiere grazie ad alcune cose che ho scritto e detto e per questo è venuta a trovarmi in occasione del Digital Symposium. Non è stata certamente l’unica persona che ho conosciuto in questa occasione, ma è un caso emblematico – che mi fa piacere e mi imbarazza leggermente allo stesso tempo. Confermando però che qualcosa è stato seminato, e che si spera continui a germogliare. Quindi, grazie.

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