Roadmap #35 – Lucca

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Sono appena rientrato da Lucca, dove ho tenuto un corso di un giorno e mezzo dedicato alle tecniche di stampa e pre-stampa fotografica a un gruppo di fotoamatori evoluti organizzatisi sotto la sigla “WeLovePh”. Lauro Dini, che del gruppo è uno dei principali artefici e promotori, mi aveva contattato a suo tempo proponendomi una serie di incontri (questo è stato il primo). Ci siamo visti un pomeriggio a Verona in occasione di una sua puntata a queste latitudini e ci siamo trovati ben presto in sintonia, stabilendo un calendario di massima di date e iniziative.

Non vorrei entrare nel dettaglio di ciò che è stato fatto nel week-end perché si tratta in fondo dei “soliti” argomenti legati alla gestione del colore, necessaria per comprendere i meccanismi del processo di stampa; e alla definizione di un flusso di lavoro di massima, dallo sviluppo del file raw allo sharpening, al quale è opportuno riferirsi per preparare in maniera ottimale i propri files. L’osservazione principale, semmai, è sul fatto che al giorno d’oggi i fotografi, professionisti o no che siano, sono in qualche modo “condannati” a occuparsi di cento attività che poco hanno a che fare con la composizione, lo scatto e la creatività fotografica. E, sempre più spesso, mi trovo a fare paragoni che ritengo importanti con la fotografia analogica, ricordando come veniva affrontato ad esempio il problema della stampa ai tempi della pellicola. Credo che un approccio pragmatico sia l’unica reale possibilità per districarsi da non-specialisti in questo campo, perché il digitale offre una flessibilità enorme rispetto al passato, ma questo non significa che si possa fare tutto. La tanto agognata corrispondenza-a-ogni-costo tra monitor e stampa, un concetto basato su un’impostazione di pensiero errata secondo la quale la stampa dev’essere correlata al monitor, è uno dei punti più ostici da esporre e tra i più duri da far esplodere. Così come sono curve strette le discussioni sulla “necessità” di utilizzare sempre e comunque uno spazio colore come ProPhoto RGB a 16 bit (credo che la mia posizione, peraltro moderata, sia ben nota e chiara), sulle problematiche derivanti dall’impostazione del profilo del monitor come spazio di lavoro, su come vadano gestiti i colori che cadono fuori dal gamut dello spazio di destinazione.

In realtà è ben diverso il contorno che ha reso estremamente piacevole e stimolante per me questo corso. Vorrei esporlo in punti, in ordine sparso.

  1. Il primo giorno si ha la sensazione che Lucca sia una delle città più belle mai viste nel corso della vita.
  2. Il secondo giorno diventa palese che Lucca è una delle città più belle della Toscana.
  3. Il terzo giorno prende piede la convinzione che Lucca sia un una delle città più belle d’Italia.
  4. Il mio più grande privilegio in questi contesti è quello di essere regolarmente accolto e accompagnato da abitanti delle città nelle quali mi reco. Spesso si rivelano le migliori guide informali che uno potrebbe desiderare. Passeggiare la sera precedente il corso per il centro storico della città con Lauro Dini, che di arte si interessa e sa moltissimo, e trovarsi a parlare di Jan van Eyck e del suo celeberrimo dipinto che ritrae i coniugi Arnolfini dopo la scoperta che Giovanni Arnolfini era lucchese, per me non ha prezzo (grazie).
  5. Lanciare un contest come quello dell’articolo precedente alla vigilia di un corso, e in particolare di un week-end, è una buona idea per chi partecipa ma inquietante per chi lo gestisce. Le notifiche, iniziate 30′ dopo il lancio, piovono con regolarità in forma di messaggi e-mail che fanno vibrare il telefono in tasca mentre si è in classe. La sensazione dopo un po’ è quella rivoltante di essere sottoposti a stalking, mentre sono solo gli educati utenti che depositano le loro versioni su AirDropper. (Dettagli a seguire, presto. Non ho ancora osato contare le versioni pervenute, ma credo che siano più di quanto mi aspetterei.)
  6. Mi sorprende sempre la sequenza di messaggi che arrivano dai mittenti più disparati e talvolta inaspettati, e il fatto che la mia semplice presenza in una zona motivi alcune persone a spostarsi talvolta di un bel po’ di chilometri per passare la serata assieme o semplicemente per un saluto. Il grazie questa volta è per Claudio Stefanini, allievo dei corsi della zona di Brescia voluti e gestiti da Piersimone Fontana, che ci ha raggiunti ieri sera per una cena sobria, leggera e soprattutto povera di colesterolo, come si confà alle abitudini alimentari toscane; e per Raffaele Galligani, un bravo fotografo di interni, che oggi è comparso in aula “per un saluto”, memore di un incontro a un passato Photoshow e di un paio di brevi consigli fornitigli online. A parte loro, presenze fisiche, ringrazio tutti gli altri che hanno inviato un messaggio o un pensiero, spesso ricambiato con una fotografia estemporanea dello scorcio che mi trovavo davanti agli occhi in quel momento. Viaggio sempre da solo, ma in qualche modo non sono mai solo.
  7. Interagire con uno sportello bancomat perfettamente funzionante in apparenza ma non in grado di fornire le banconote, che sono rimaste tra le sue unghie prima delle 8 di un sabato mattina: fatto!
  8. Sarebbe seriamente il caso che Davide Barranca si decidesse una volta per tutte a creare un modulo didattico opportuno sullo sharpening, visto che inizio a essere sinceramente stanco di spiegare la sua richiestissima “mazzetta”. DB, basta che studi un po’ (…) poi ci mettiamo d’accordo, passo a prenderti e guido io. Ci raccontiamo bischerate durante il tragitto, inframmezzandole con riflessioni profonde e un pizzico degli argomenti che ci interessano, come ben sai, sopra tutti gli altri, ma datti una mossa. Guarda che sono uscite pagate, diobonino. Se non ottemperi, la minaccia in codice è: “a strapparadicchio”. (Poi l’influenza linguistica sfuma, tranquilli.)
  9. La proverbiale ospitalità toscana mi ha assegnato una splendida, vera e propria dimora, dentro le mura; una delle residenze migliori da me mai trovate in un corso. Non posso non riflettere sul fatto che tornare a casa dopo circa sedici ore passate in giro tra passeggiata al risveglio, corso, pranzo, nuovamente corso, cena con tutti gli annessi e connessi, e avere ancora lo stimolo di discutere in chat fino a tardissimo sugli esponenti della grafica greca e balcanica sia un ulteriore privilegio. Se mi sorgessero  dubbi sul perché si scelgono certi lavori, questo dovrebbe farli esplodere in micidiale sequenza.
  10. Infine, la colonna sonora del viaggio è sempre un elemento cruciale e a volte rimane più quella nella memoria dei luoghi che vedo. Due sole concessioni alla musica, questo giro: “Songs of Faith and Devotion” dei Depeche Mode e “Ingrediente Novus” di Moltheni; due album diversissimi tra loro ma accomunati da un filo rosso: ciò che si prova quando ci si trova a camminare con le scarpe di qualcun altro (e attenzione a non inciampare nelle sue impronte).

Grazie Lucca, grazie Lauro, grazie a tutti i partecipanti e alla prossima: dove parleremo di correzione del colore in senso stretto, prima di passare al bianco e nero. Oggi avete visto un po’ di PPW, per gradire, poi torneremo indietro – per andare avanti.

Un saluto a tutti!
MO

8 commenti su “Roadmap #35 – Lucca”

  1. Idea, facciamo un Ws a sorpresa a casa Barranca senza dirgli nulla :-D, così lo freghiamo. Mi sa che è l’unica. Colto in pigiama non potrà sottrarsi ……. (Bastard Inside 3° livello)

    1. La cosa assurda è che questo è davvero accaduto. Il secondo CCC di Bologna, organizzato da Ottavio Montanari all’inizio del 2012, si tenne in una casa del centro storico che era stata la casa di DB per molti anni. Lo venni a sapere per puro caso perché lui mi telefonò chiedendomi l’indirizzo – aveva intenzione di passare a trovarci. E rimanemmo entrambi di sasso scoprendo che sarebbe stato nello stesso portone che lui aveva attraversato migliaia di volte. Fu un corso “haunted by the presence of the damned guy”, come direbbero gli inglesi, e credo che Gianni Grandi se lo ricordi molto bene…

      Resta il fatto che ogni volta che si apriva la finestra della maschera di contrasto le fondamenta del palazzo emettevano sospiri e rantoli tali che sembrava di essere nel racconto su Usher di Edgar Allan Poe…: “THE HOUSE IS I!” 🙂

  2. Marco , mi metti in imbarazzo. Troppe lodi mi fanno arrossire e …..se qualcuno mi fa un ritratto ora poi diventa matto con il bilanciameto del bianco …. 🙂
    Anche per me , e penso per tutti noi ,e’ stata un esperienza interessante e molto stimolante. La cosa che piu’ mi ha fatto piacere e’ stata la conferma che il feeling a pelle instaurato nella citta’ di romeo e giulietta non e’ stato disatteso. Non fraintendete sto parlando di fotografia , 🙂
    Ci hai tolto alcune certezze , alias monitor=stampa , e creatore di un immenso vortice che ci ha attanagliato.. Speriamo di atterare in qualche terra nota, oppure comunque in qualche bella terra. Ti aspettiamo x approfondire le altre meraviglie introdotte. E ancora chapeau per la tua verve e professionalita’. A presto mio caro e la prossima preparati che ti tocca un giro di mura, porta le scarpe da ginnastica.

    1. Grazie ancora a te, Lauro. Tornerei anche solo per il giro delle mura, lo sai bene… 😉
      A presto!

  3. Ciao Marco, sono state due giornate molto interessanti ed è stato un vero piacere averti conosciuto di persona.

    Avrei una domanda da farti in merito ad un argomento che hai trattato a Lucca, ovvero la scelta del punto di bianco e di luminanza per la calibrazione del monitor.

    In particolare rileggendo un tuo articolo su questo blog, ho trovato due indicazioni diverse per l’editing fotografico e per la stampa :

    Editing fotografico – D65, Gamma 2.2, 140 cd/m2, Contrast Ratio: Monitor Default
    Stampa standard – D50, Gamma 1.8, 80 cd/m2, Contrast Ratio: Monitor Default

    Da fotoamatore mi occupo di entrambi gli aspetti facendo sia postproduzione ( con un Eizo S2231W ) che stampando alcune delle mie immagini ( con una Epson 3880 ).
    Scrivo “alcune” perché non stampo tutte le mie fotografie scegliendo solo quelle che mi piacciono di più. Faccio quindi sicuramente più editing che stampa .

    Nel mio caso quali valori mi consigli di impostare.
    Uno dei due indicati oppure una via di mezzo.
    Nell’eventualità di quest’ultima ipotesi, con quali valori ?

    Grazie in anticipo per il tuo consiglio.
    Un saluto, Claudio

    1. Ciao Claudio,
      non esiste un accordo unanime sulla parametrizzazione “corretta” semplicemente perché non esiste nulla del genere. Io suggerirei che:
      1. per la stampa il punto di bianco non sia troppo freddo e la luminanza non sia troppo elevata;
      2. per il web il punto di bianco non sia troppo caldo e la luminanza non sia troppo bassa;
      I due set suggeriti non sono da buttare via. Forse vale la pena di provare con un punto di bianco più caldo, attorno a D55, nel caso della stampa.
      Nelle condizioni specifiche di osservazione, i parametri di calibrazione che suggeriscono il match migliore tra i due output sono quelli da utilizzare. Se si nota una discrepanza significativa e si è certi che la gestione del colore sia eseguita correttamente, i parametri di calibrazione potrebbero essere da rivedere.
      A presto!

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