Digital Post Production Academy: Anno Zero

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Qualche settimana fa ho ricevuto una mail da parte di Francesco Marzoli, che come credo sappiate è stato colui che per primo ha pensato che ci potesse essere spazio in Italia per discorsi e corsi sulla correzione del colore e ha contribuito in maniera fondamentale a creare e lanciare il CCC – Color Correction Campus. Ci lega una trasparente amicizia, e ogni volta che Francesco ha un’idea la ascolto sempre con attenzione, non importa quanto strana possa apparire all’inizio.

La mail conteneva la descrizione di un’iniziativa ancora in gestazione denominata Digital Post Production Academy, che è stata annunciata oggi. L’Academy è una costola di Digital Post Production, il marchio sotto il quale Francesco svolge le sue molteplici attività. In sostanza, mi è stato chiesto se fossi interessato a partecipare in qualità di docente ai webinars che vuole proporre con l’Academy.

I webinars sono seminari che si svolgono sul Web, senza costi di trasferta, di pernottamento, di sostentamento e soprattutto senza perdite di tempo. La formazione dal vivo online è presente in Italia, ma meno che in altri Paesi. Francesco ha pensato di riunire alcuni professionisti (lui stesso, Giuseppe Andretta, Alessio Federico e il sottoscritto) specializzati in contesti specifici e di proporre una serie di corsi online che, per il momento, coprono argomenti che vanno dallo sviluppo in Camera Raw alla fotografia di moda, dalla stampa fine-art alla correzione del colore. Sono naturalmente molto felice di fare parte di questa squadra.

Io proporrò due incontri della durata di quattro ore ciascuno: il primo dedicato alle basi della correzione del colore (17 maggio 2014), il secondo al potere del metodo Lab (27 settembre 2014). I seminari costeranno 69 Euro ciascuno e credo che questo sia un prezzo adeguato viste la bontà e la serietà delle proposte e la specificità dei contenuti. Esistono naturalmente dei programmi, ma personalmente credo molto nella modularità e pertanto lancerei una piccola proposta: visti i programmi (qui e qui, rispettivamente, per i due corsi), qualcuno ha voglia di suggerire nei commenti a questo articolo quali argomenti ritiene più interessanti? Se ci fosse una convergenza significativa su certi temi non avrei problemi a ri-orientare i miei interventi in quella direzione, fermo restando che le tecniche fondamentali saranno in ogni caso oggetto di comunicazione. Più dominanti estreme o più lettura dell’incarnato, quindi? Più dominanti doppie o più sharpening? Più tecniche “rigide” o più considerazioni percettive sulle immagini? Vorrei che la parola fosse nelle mani dei potenziali interessati, e sarebbe un feedback assai interessante anche per me.

Personalmente credo che questi metodi di insegnamento alternativi alla classe possano essere utili e agili da gestire: per chi insegna così come per chi fruisce dei contenuti. Non sono interazioni nel mondo reale, non sono videocorsi, né sono una media delle due cose: sono una terza modalità diversa da entrambe quelle canoniche. Ho fatto la prima esperienza di questo genere nell’ormai lontano 2010, in collegamento con il Kansas: io qui, nel mio studio, Davide Barranca a Bologna, Roberto Bigano negli States, con alcuni fotografi che ci avevano fornito una dozzina di scatti da correggere solo pochi minuti prima del via. Una sessione senza rete, piena di rischi, ma esilarante e realmente eccitante. A life-affirming experience, avrebbero detto laggiù, dalle due alle quattro di mattina locali (nostre…), se non ricordo male.

Quindi… vi aspetto, anzi vi aspettiamo. Fidatevi della proposta, noi faremo del nostro meglio. E vorrei aggiungere, senza polemica ma con uno spiacevole senso di dejà-vu, che ho scosso la testa davanti a un messaggio privato ricevuto ieri (peraltro inviato in perfetta e pulitissima buona fede, e non senza un certo altruismo) in cui mi veniva suggerito di “stare attento perché – in certi ambienti si dice che – e in subordine si pensa che – e certe persone forse-che – insomma-qui-è-tutto-che”. In tutta onestà: insegnare è un mestiere, e non è facile. Non lo è a scuola, non lo è nelle classi, non lo è nei workshop, non lo sarà neppure nei webinars. Come qualsiasi altro mestiere andrebbe teoricamente pagato, anche se credo che ogni docente abbia l’istinto di comunicare ciò che fa a prescindere da ogni interesse economico. È però un dato di fatto che ogni volta che qualcuno cerca di fare qualcosa di nuovo compare in micidiale sequenza 1) qualcuno pronto a sparargli in volo, 2) qualcuno pronto a giurare che qualcun altro sta preparandosi a sparargli in volo. Personalmente non può importarmene di meno, perché da tre anni rivedo lo stesso film periodicamente come in un DVD impazzito che non si riesce fermare, e se si cerca di allertarmi su questo versante si perde tempo, perché la storia ha matrici ormai ben riconoscibili. Resta il fatto che io sono semplicemente felice per i miei colleghi se lavorano e riescono a fare delle proposte serie e di qualità. Mi aspetterei lo stesso rispetto di tutti verso tutti, ma ho visto anche di recente prese di posizione pubbliche (non nei miei confronti) ad personam superare di varie lunghezze i limiti della sgradevolezza. Il rispetto professionale e umano è così difficile da ottenere? Ma poi, in nome di cosa tutto questo? Di un iscritto in più? Io rubo a te, tu rubi a me? Ma per carità…

Io credo semplicemente che delle proposte di qualità, diversificate, finiscano per migliorare il livello della didattica in base a un principio di sana e pulita competizione non-distruttiva: se qualcuno fa qualcosa e lo fa bene, dovrebbe essere uno sprone per i colleghi a migliorare ulteriormente, non un motivo di invidia e astio. Il nostro è già un mondo difficile e alla crisi economica si aggiunge la diffidenza di chi ha fruito di proposte didattiche che magari lo hanno deluso per i motivi più svariati. Io semplicemente non ho tempo, e non ho alcuna intenzione di prendermelo, per ascoltare i commenti preventivi a questa o quella idea prima che la stessa venga verificata sul campo. Le parole sono bellissime, ma alla fine contano i risultati pratici, come in ogni cosa. Quindi si fa, meglio che si può, si spera con delle basi solide, e poi si valuta. Avanti, dunque: al lavoro e poche chiacchiere, “che qui c’è gente che ha fame”, come mi dice ogni tanto mio figlio.

Vi lascio con il video di presentazione realizzato da Francesco Marzoli, che in meno di tre minuti dice tutto ciò che serve sapere su Digital Post Production Academy e spiega anche il meccanismo dei Bricks, che spero troverete interessanti. Ci vediamo nell’etere, se nessuno sparerà al momento del decollo… 😉

Grazie a tutti e buon week-end!
MO

12 commenti su “Digital Post Production Academy: Anno Zero”

  1. Ciao Marco. Per come è strutturato il programma il mio pensiero è che, pur con una certa “licenza artistica” riguardo alle considerazioni percettive, l’obiettivo primario di un webinar a pagamento (seppur con costi eccezionalmente alla portata) sia di migliorare le basi tecniche dell’allievo. Considerando che è un prodotto al quale può accedere anche un esterno al CCC credo che non guasti impostare il programma su di una solida base teorico-pratica (anche se so che è sicuramente prevista) aldilà dell’interesse accademico. Sono personalmente molto contento dell’iniziativa. Complimenti a tutti. (Al solito my two cents, niente di più… in realtà adoro le implicazioni della percezione sulla CC, ma non sono, a mio avviso, prioritarie in questo contesto 🙂 )

    1. Grazie Fabrizio – concordo con ciò che hai scritto. Ho menzionato deliberatamente argomenti che non potrebbero stare comodamente in un programma introduttivo, anche perché quattro ore sono poche o molte a seconda di ciò che si deve fare. Però questo è un primo livello, in un certo senso; e non si sa mai… a furia di bricks (vedi video di Francesco Marzoli) potrebbe anche succedere che. 😉

  2. MarzOlivotto è da oramai tempo immemore un marchio che lega in modo indiscutibilmente interessante follia ed eccellenza formativa. Che dire, in bocca al lupo per questo nuovo percorso con l’augurio che possa eguagliare (e possibilmente superare) l’efficacia e la funzionalità dei CCC! 🙂

  3. Corretto, Kansas City by night finì verso le 4 di notte, due Red Bull e sei immagini a testa. Ci uscì pure qualche PPW se non ricordo male!
    Forza ragazzi e complimenti per il nuovo progetto, avanti!

    Davide

  4. Visto che in Trentino mi pare sia difficile avere un corso dal vivo, vedrò sempre se ci saranno ancora posti verso la data del corso sulla correzione colore di iscrivermi..preferirei dal vivo per fare domande stupide non immortalate per sempre in qualche video:)
    Per me a parte cose complicate da risolvere come le dominati multiple, piacerebbero 5 minuti dedicati a come usare le tecniche che ci spiegherai col buon senso..spesso non padroneggiando una materia si tende a fare le cose meccanicamente, forzando anche delle situazioni e quindi sbagliando..non so se è chiaro quello che intendo:)

    1. Parliamone: se ha un senso nel contesto del programma si può certamente fare.
      Quanto ai corsi in Trentino… leggi il mio ultimo post pubblicato pochi minuti fa. Ce n’è stato uno questo week-end, ma, ahimè, non era accessibile al pubblico. Me ne dispiace, e cerco anche di spiegare perché le cose vanno così – anche se so bene che molti non saranno d’accordo. Ma questa è, appunto, la Gemma dell’Alpe, l’amato Trentino.

      1. Sicuramente ci sarebbero molte cose cose da dire sul Trentino e noi trentini, tante buone e tante cattive..poi vale sempre il concetto che nessuno è profeta in patria…però certo fa specie sapere che stai a 20km da Trento, ma fai corsi a Catania, Bolzano, Brescia e qua da noi serve un preside lungimirante.
        Detto ciò per fortuna ci sono iniziative come questa di Marzoli, e i corsi in teacher in a box:)

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